La storia della chiesa
La chiesa del XIII secolo, decorata da Giacomo Serpotta (1709-1717), rappresenta un capolavoro unico nel suo genere per la maestosità e la grandezza degli stucchi, per la bellezza dei volti ed il fascino mistico delle rappresentazioni. Avvolta in una brillante luce solare che ne esalta le figure, la chiesa di Santo Spirito è un gioiello barocco di inestimabile valore, sia per la sua storia antica legata alla presenza delle monache, che da sempre sono considerate il fulcro Spirituale di Agrigento con la loro presenza orante, sia per le opere ivi contenute non solo di Giacomo Serpotta, ma anche di Domenico Provenzani, Domenico Gagini, Di Giacomo Di Stefano e altri artisti molto rinomati.
Foresteria Monastica/BeB:
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La nostra storia
Il Monastero cistercense di Santo Spirito è stato fondato nel 1290 ad opera della nobildonna Rosalia Prefoglio moglie di Federico Chiaramonte I. Marchisia Prefoglio, (così veniva chiamata per il suo titolo nobiliare), donò al monastero diversi beni e terreni. Dotò la fabbrica del monastero di una conceria, una bottega, due mulini, una quantità grande di bestiame e servi. Nel 1321 la comunità contava 15 monache sotto l'abbaziato di Donna Clara Abadessa. Il Picone registra che nel 1322 vi entrò pure Costanza I dopo essere stata ripudiata dal marito, e anche la moglie di Andrea Chiaramonte si ritirò a vita monastica in seguito alla morte del marito, prendendo il nome di Sr. Elisabetta.
Nel 1579 il monastero divenne di diritto diocesano sotto il vescovo Mons. Lombardo fino al 1585, e in seguito riprese vigore dal punto di vista vocazionale. Nel 1732 secondo una carta di visita del tempo, la comunità contava 50 membri. Nel 1866 invece il Monastero Santo Spirito fu soppresso a seguito delle leggi eversive dello stato, fu però concesso alle monache di continuare a dimorarvi. Inoltre nel 1927 fu abolita la clausura papale. Nel 1953 l'Abate generale dei cistercensi Matteo Quatember assegnò in aiuto alla comunità Agrigentina tre monache provenienti dal monastero cistercense di San Severino Marche, e l'11 Gennaio 1964 si introdusse la clausura costituzionale. Infine il 12 marzo 2005 il Monastero è stato reincorporato all'ordine cistercense e oggi la comunità monastica continua a esistere ed essere presenza orante nel cuore di Agrigento, al servizio di Dio e della chiesa.
Alcuni dei nostri prodotti
Dolci Misti
Couscous di Pistacchio
Agnello Pasquale
Il monastero Santo Spirito, nei secoli, oltre che essere un faro di luce, spiritualità e arte, è anche conosciuto per la plurisecolare tradizione dolciaria, consistente nella produzione artigianale di dolci con la mandorla e il pistacchio, in particolare le monache producono l'originale couscous al pistacchio. Le origini di questo dolce sono ancora avvolte nel mistero per via del segreto della preparazione. La tradizione orale racconta che la sua particolare preparazione venne insegnata alle monache da donne provenienti dalle coste africane e dalla Tunisia. Queste donne, fecero conoscere alle monache un particolare tipo di couscous, quello dolce . Affascinate da questa ricetta, le monache pensarono di creare un couscous utilizzando prodotti locali, (mandorla e pistacchio), creando quindi un dolce dal sapore delicato che ha conquistato con le sue note profumate, nel corso dei secoli, tantissime persone che ancor oggi lo ricercano. Uno dei personaggi che lo amò fu per esempio Leonardo Sciascia, che ne regalò secondo la testimonianza di un suo carissimo amico ben 20 Kili a parenti e amici. Oggi nonostante siano passati tanti secoli, è considerato per eccellenza il dolce tradizionale agrigentino, insieme con le inimitabili conchiglie al pistacchio e ad altri dolci che le monache confezionano con amorevole cura. Costituiscono una vera e propria eccellenza nel campo della pasticceria siciliana.