

Storia di una vocazione
"L’abisso della sapienza increata invochi l'abisso dell'ammirabile onnipotenza per esaltare quest' incomprensibile bontà che fece discendere i torrenti della Sua Misericordia fino alla valle profonda della mia miseria!" (L'araldo del Divino Amore, 2° libro capitolo 1)
Molte volte nel mio percorso di vita monastica ho pensato che santa Gertrude non solo avesse qualcosa in comune con me, per esempio il carattere in certi aspetti anche negativi, ma che potesse essere per me modello, sorella, amica e madre. Adesso vorrei che mi facesse da guida per farmi leggere nel modo più profondo gli avvenimenti del mio passato e gli interventi del Signore Gesù sempre presente e Misericordioso. Lo farò a mo' di meditazione, quasi una lectio Divina, mi farà bene rispolverare quel capolavoro che ci ha lasciato Gertrude, che ho letto tante volte senza purtroppo, per colpa mia, trarne vantaggio.
Capitolo 1
" Avevo compiuto venticinque anni ed era la seconda feria (giorno benedetto per me), che precedeva la festa della Purificazione della tua castissima Madre. Era la sera, dopo Compieta, nell' ora propizia del crepuscolo, quando Tu risolvesti, o Dio, che sei verità più pura della luce, e più intima di qualsiasi recondito segreto, di dissipare le folte tenebre che mi circondavano." (L'araldo... 2° libro cap. 1)
Avevo venticinque anni infatti e tu Signore mi sei venuto a cercare nelle tenebre della mia giovinezza insoddisfatta e vuota. Mi trovasti inquieta in una discoteca dove ormai mi annoiavo da tempo, sempre in cerca di qualcosa che potesse cambiare la mia vita. Io a quell'età ero nel mondo e Gertrude alla stessa età invece si trovava già in monastero.

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"Con un procedimento pieno di soavità e di tenerezza, hai incominciato a placare il turbamento che, già da un mese, Tu avevi suscitato nel mio cuore. Tale inquietudine era destinata, io penso, a rovesciare la fortezza della vana gloria e della curiosità, ch'io avevo innalzata nel mio insensato orgoglio, benché portassi, ma senza frutto, il nome e l'abito di religiosa." (L'araldo... 2° libro cap. 1)
Cosa sarà stato a farmi abbandonare la Chiesa, i Sacramenti, il dialogo con Te? Dall' adolescenza fino ai venticinque anni la vita dello spirito giaceva sepolta e sopraffatta da altre cose. Strano, perché nei ricordi della mia infanzia ci sono dei fatterelli che dichiarano che Tu ed io ci cercavamo...presagio della mia futura consacrazione? Semplicemente il bisogno di ogni anima di incontrare un amore infinito e il bisogno Tuo di incontrare la Tua creatura.

"Era questo il cammino che Tu avevi scelto, o mio Dio, per mostrarmi la tua salvezza. Pertanto, stando io, nell'ora sopradetta, in mezzo al dormitorio, m'inchinai, secondo la regola dell'Ordine, verso una sorella anziana che mi passava dinanzi. Appena ebbi rialzato il capo, vidi davanti a me un giovane, splendente di grazia e di bellezza: poteva avere circa sedici anni, e il suo aspetto era tale, che i miei occhi non avrebbero potuto ammirare nulla di più attraente." (L'araldo... 2° libro 1 cap.)
Mi è capitato diverse volte nella mia vita che Tu, Signore, Ti facessi presente in qualche maniera, nelle persone attorno a me, qualche volta inviando la persona giusta al momento giusto per indicarmi il cammino. Nell'ora della notte, propizia per me, vidi davanti a me un giovane. Dopo tanti anni mi chiedo come sarebbe stata diversa la mia vita senza quell' incontro che mi ha riportata a Te, o quale altro modo avresti scelto per parlarmi di Te. Era un angelo quell'uomo, spinto da una forza, a entrare in un ambiente estraneo al suo vivere?
E Tu avevi suscitato in me una inquietudine che da più di un mese mi spingeva a cercare la Verità, nulla di più attraente per me. Non l'avevo trovata nei libri di filosofia, neanche nei libri di scienze o di altre religioni.
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"Con accento di grande bontà Egli mi disse queste dolci parole: "La tua salvezza non tarderà: perché ti consumi nel dolore? Non hai un consigliere che possa calmare queste rinascenti angosce? "Mentre pronunciava queste parole, quantunque fossi sicura della mia presenza corporale in dormitorio, pure mi vidi in coro nel posto ove ero solita recitare le mie tiepide orazioni. Fu là che sentii queste altre parole: " Io ti salverò e ti libererò: non temere di nulla". Dopo tali accenti lo vidi prendere la mia destra nella sua nobile, delicata mano, come volesse ratificare solennemente le sue promesse. Indi aggiunse: "Coi miei nemici hai lambito la terra ed hai succhiato il miele aderente alle spine: ritorna finalmente a me, ed io ti inebrierò al torrente della voluttà divina" (L'araldo... 2° libro cap. 1)
Veramente in quegli anni (90) succhiavo il miele di quelle cose che in generale i giovani godevano. Tu Signore permettevi che io liberamente ne gustassi tra le spine della mia insoddisfazione. Non erano i divertimenti con gli amici a saziarmi, né i viaggi, né la moto, nemmeno l'affetto di quel giovane che come tanti altri sapeva riempirmi di attenzioni, di tempo.

Tanto tempo a parlare, ma provavo interesse e pace solo quando parlavamo di Te. " Ritorna finalmente a me"...mi stavi dicendo, "io ti inebrierò"...

"Mentre così parlava guardai e scorsi fra lui e me, cioè fra la sua destra e la mia sinistra, una siepe così lunga che, né davanti né dietro di me, mi fu dato vederne il termine. La superficie appariva coperta di spine così fitte che in niun luogo trovavo un varco che mi permettesse passare, per raggiungere il bell'adolescente. Me ne stavo titubante, ardendo di desiderio e sul punto di venir meno, quando Egli stesso mi afferrò la mano e, sollevandomi, senza alcuna difficoltà, mi pose al suo fianco;"(L'araldo... 2° libro cap. 1)
Sarebbe stato impossibile liberarmi se la Tua mano non mi avesse afferrata per strapparmi a quelle cose che mi separavano da te, una siepe lunga di cose del mondo, da sola non ce l'avrei fatta, non sarebbe bastato il mio ardente desiderio. Da quel momento Tu mi guidasti per una via deserta per purificare e nutrire la mia anima e farmi capire che si può vivere una vita semplice, spoglia, affidata a Te, alla tua provvidenza

"Scorsi allora su quella mano che mi era stata tesa come pegno di fedeltà i preziosi gioielli delle sacre piaghe che hanno annullato i diritti di tutti i nostri nemici. Così io adoro, lodo, benedico, ringrazio come posso, la tua sapiente misericordia e la tua misericordiosa sapienza, che seppe, in modo così carezzevole piegare la mia testa ribelle sotto il tuo soave giogo, preparandomi un rimedio così adatto alla mia debolezza.
Da quel momento infatti, la mia anima ritrovò la calma e la serenità, incominciai a correre al profumo dei tuoi unguenti e, ben presto, gustai la dolcezza del giogo dell'amor tuo, che prima mi era sembrato duro e quasi intollerabile."
(L'araldo... 2° libro cap. 1)

Non sapevo che i nemici avessero dei diritti su di noi, anzi nemmeno credevo che esistesse il Nemico delle nostre anime, non mi curavo del problema. Ma una sera si aprì il sipario che prima nascondeva la realtà, la verità delle nostre esistenze.

Adoro, lodo, benedico, ringrazio come posso la tua sapiente misericordia e la tua Misericordiosa sapienza che seppe trovare il metodo giusto per me. Piansi, quando capii la grandezza del tuo dono. Come potevo ricambiare? Cominciai a correre al profumo dei tuoi unguenti col solo desiderio di donarmi tutta a Te.
Intanto Tu mi riportavi alla Chiesa nostra madre, mi facevi capire che è rischioso vivere senza la protezione dei Sacramenti, che Tu li hai istituiti per noi, per il nostro bene, e che non sono una imposizione. Tu ci permetti di decidere e di fare una scelta, per una vita sana e completa , nutrita e serena, la vita dell'anima e del corpo. Capivo allora che il nostro corpo è tempio dello Spirito Santo, se lo vogliamo, ma che può diventare anche preda e abitazione del nemico, a volte per colpa nostra, a volte per un tuo altissimo e occulto disegno e attraverso la sofferenza ci conduci a un bene più grande.
Mi rivelavi anche quanto sono importanti i tuoi ministri, i tuoi consacrati, i tuoi sacerdoti, ai quali hai dato il compito di battezzare, di guarire gli infermi e di cacciare i Demoni, affinché venga il tuo Regno.

Capitolo 2
"Io ti saluto, o mio Salvatore, luce dell' anima mia: tutto ciò che i cieli racchiudono nelle loro sfere, la terra nel suo globo, l'abisso dei mari nelle loro profondità, ti ringrazino dello straordinario favore per cui mi hai fatto conoscere e considerare i segreti del mio cuore. Prima di quel giorno non me n'ero mai preoccupata, e, se posso così esprimermi, mi ero curata del mio interno poco più delle calzature dei miei piedi.
In questa nuova luce potei ricercare con cura e scorgere nella mia anima più d'una macchia e parecchie cose che offendevano la tua somma purezza; vidi di più un tale disordine e una tale confusione, da rendere impossibile la tua dimora in me. Non pertanto né il disordine, né l'indegnità ti hanno da me allontanato, o Gesù mio amatissimo: ogni volta che mi nutrivo dell'alimento vivificante del tuo Corpo e del tuo Sangue, godevo della tua visibile presenza, benché in una specie di luce fioca, come si scorgono gli oggetti all'incerto chiarore dell' alba.
Con simile dolce accondiscendenza Tu hai voluto impegnare la mia anima a fare nuovi sforzi, per unirmi più familiarmente a Te, per contemplarti con occhio più limpido e per gioire con pienezza del tuo amore.
Lavoravo alacremente per ottenere tali favori nella festa dell'Annunciazione della Santa Vergine Maria, il cui purissimo grembo fu l'asilo benedetto, ove Tu ti sei degnato di sposare in quel giorno l'umana natura."
(L'araldo... 2° libro cap. 2)

Un anno di lavoro, preghiera e digiuno, e comunione col tuo Corpo e il tuo Sangue. Intanto Tu cercavi di mettere ordine al mio interno mentre io mi chiedevo cosa avrei dovuto fare nella mia vita. La mia indegnità non ti aveva allontanato da me. Anzi per dimostrarmi fino a che punto arrivavano le tue premure, mi affidasti alla tua dolcissima Madre.
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Potessi rivivere quel fervore iniziale, quel iniziale desiderio di Te, mio Signore!
Tu Signore che sei Dio e ti sei fatto uomo, hai tanto camminato sulla terra per noi, per me, hai tanto lavorato per noi, per me, hai sofferto il caldo, il freddo, la sete, la fame, hai anche gioito delle persone buone accanto a te, ma soprattutto ti sei dato pensiero della nostra sorte. Hai chiamato alcuni a seguirti per aiutarti nella tua missione, salvare le anime, o meglio per insegnarci a portarla avanti. Non sapevo che da lì a poco avresti chiamato anche me, però già sentivo dentro me qualcosa...

"O Dio, che prima di essere invocato rispondi" eccomi", Tu hai voluto anticiparmi le gioie di quella giornata, prevenendomi fin dalla vigilia con le benedizioni della tua dolcezza
Si teneva il Capitolo dopo mattutino, perché era domenica; nessuna parola umana può esprimere in qual modo, o "Luce che scendi dall'alto hai visitato l'anima mia, nelle viscere della tua dolcezza e della tua bontà". Dammi, o sorgente di ogni bene, dammi d'immolare sull'altare del mio cuore l'ostia di giubilo, perché ottenga d'esperimentare spesso, con tutti i tuoi eletti, quest'unione sì dolce, questa dolcezza sì unitiva che, fino adesso, mi era stata completamente sconosciuta".
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(L'araldo... 2° libro cap. 2)
Tu, ancora prima che io ti invocassi, mi hai risposto "eccomi", prima ancora che io ti cercassi ti sei fatto trovare, e hai voluto anticiparmi le gioie di chi ti segue e vive alla tua presenza.
Quando si dice vita grigia, penso come era la mia vita prima di sentire quella gioia, non mi accorgevo nemmeno dei colori della natura; tutto era "incolore e insapore". Certamente i nostri occhi necessitano della luce, o Luce che scendi dall'alto, per vedere i colori, anzi per capire cosa sono i colori. Da quel giorno compresi; mi accorsi, come se fosse la prima volta anche dell'affetto delle persone che tu avevi posto attorno a me.
O gioia e stupore, mi bastò riconciliarmi con te per rinascere. Bisogna rinascere dall'alto, tu dici , e tu solamente puoi darci la vera Vita, vita eterna che incomincia da qui. Dammi o sorgente di ogni bene, sorgente di vita, dammi di immolare sull'altare del mio cuore l'ostia di giubilo perché ottenga di sperimentare spesso, con tutti i tuoi eletti, quest'unione sì dolce che, fino allora, mi era stata completamente sconosciuta.

"Quando considero cos'era la mia vita in passato, e quale fu in seguito, debbo proclamare, con sincerità, che tale beneficio fu dono gratuito e immeritato. Da quel benedetto istante ebbi una conoscenza così luminosa di Te stesso, da essere più commossa per la dolce tenerezza della tua familiarità che per timore degli stessi tuoi castighi. Ricordo però d'aver provato queste ineffabili delizie soltanto nei giorni della santa comunione, quando mi chiamavi al tuo regalo banchetto. Era disposizione della tua Sapienza? Era risultato della mia negligenza? Non saprei dirlo con esattezza". (L'araldo... 2° libro cap. 2)
Potrei ripetere queste parole che santa Gertrude scrisse con semplicità e bellezza. Si, mi sembra di poter dire ugualmente che tale beneficio fu dono Tuo gratuito e immeritato e che aver ottenuto una conoscenza così luminosa di Te mi fece commuovere, per la dolce tenerezza della tua familiarità, piuttosto che farmi intimorire. Penso che ogni anima che ritorna a Te può dire tutto questo.
Capitolo 3

"Tu, mio Dio, agivi nell'anima mia attraendola potentemente tutta a te. Un giorno fra la Risurrezione e l'Ascensione, al mattino, avanti Prima, entrai nel podere del monastero e mi sedetti presso il laghetto. La bellezza del luogo mi rapiva, soprattutto per la limpidezza delle acque e la presenza degli alberi verdeggianti: più ancora mi compiacevo del gaio svolazzare degli uccelletti, e particolarmente delle colombe che andavano e venivano liberamente intorno me.
In quella profonda solitudine si gustava una pace deliziosa e riposante. Cominciai a domandarmi cosa mai avrebbe potuto completare l'incanto di quel luogo, e conclusi che mancava solo la presenza di un amico affettuoso, amabile, capace di rallegrare la mia solitudine". (L'araldo... 2° libro cap. 3)
Senza di Te nel nostro intimo, anche il luogo più bello può essere vuoto, può farci sentire soli. Tu Signore mi permettevi di viaggiare, e mi davi la possibilità di confrontare quei luoghi bellissimi, incontaminati, come erano prima di averti conosciuto, e come erano diversi poi, guardati alla tua presenza, gustati col tuo stesso amore che infondevi in me. Allora compresi che nella mia profonda solitudine nella quale gustavo una pace deliziosa e riposante, c'era la presenza di Te, amico affettuoso, amabile, capace di rallegrare ogni solitudine.O beata solitudine abitata da Te, "o beata solitudo, o sola beatitudo".

"Tu allora, mio Dio, sorgente di indicibili delizie, Tu, che mi avevi ispirato l'inizio di di quella meditazione, per concluderla con profitto del tuo amore, mi facesti capire quanto segue, dicendomi: "Se tu, per riconoscenza, facessi risalire fino a me, come l'acqua di un fiume che precipita verso il mare, le grazie di cui ti ho ricolmata; se ti sforzassi di crescere in virtù come un albero vigoroso si adorna di ricche fronde; se libera da tutti i legami terrestri, spiccassi il volo come la colomba, verso le regioni celesti per dimorarvi con me, lungi dalle passioni e dal tumulto del mondo, tu mi prepareresti un incantevole soggiorno". (L'araldo... 2° libro cap. 3)
Beata la vita monastica che ci dà i mezzi per realizzare tutto questo.Molte persone si sentono attratte dalla vita monastica o almeno incuriosite, perché è un qualcosa di diverso, si chiedono come mai la clausura, perché estraniarsi dal mondo?Perché mio Signore questo desiderio di liberarmi dai legami terrestri, per volare come la colomba verso le regioni celesti, e dimorare con Te, in un incantevole soggiorno, e fare rifluire in te le grazie di cui mi ricolmi? Se almeno riuscissi a crescere in virtù! Se almeno non sprecassi le tue Grazie!

Continua...
Restiamo in attesa.